LA LISTA DEL LUNEDI - soggetto film

LA LISTA DEL LUNEDI – SOGGETTO FILM – (di Luca Merloni)
Genere: comedy – noir

Ispirato al progetto tv “La lista del lunedì” del gruppo Sheng

Ambientazione: giorni nostri.

In un condominio di una grande città vivono tre amiche. Due sono sposate, una con un bambino di cinque anni, una senza bambini e una è una single, un po’ bruttina e senza uomini.

Tutte e tre lavorano, quella con il bambino solo metà giornata. Fanno le impiegate amministrative in tre diverse società. Hanno fatto amicizia proprio parlando del loro lavoro mentre salivano in ascensore.

Vivono in quel palazzo da cinque anni e sono le uniche che si sono rimaste simpatiche, ecco perché si frequentano quando possono. Hanno vite piuttosto piatte, normali, noiose e ripetitive, e di questo si lamentano spesso, ma in fondo sono simpatiche e hanno ideali di giustizia.

Uno dei loro incontri fissi che si svolge a casa di quella con il bambino, il lunedì, riguarda la spesa. Tutte e tre si sono iscritte ad un gruppo di acquisto solidale biologico, e ogni lunedì devono fare l’ordine di quello che vogliono. L’appuntamento è immancabile, anche perché si rischia di rimanere senza il cibo preferito, e poi ormai è rimasta una delle poche loro occasioni per chiaccherare.

Durante uno di questi incontri per la lista della spesa, una delle donne confessa alle altre di avere il sospetto che quello di fronte alla sua finestra picchia spesso quella che potrebbe essere sua moglie. Gli è capitato più volte di intravedere tra le finestre chiuse male, l’uomo che picchiava la donna.

Il lunedì successivo, un'altra delle tre, vista la confessione della settimana precedente, dice di sentire spesso delle urla dall’appartamento vicino, di una bambina che non vuole fare una cosa.

A questo punto anche l’ultima si confessa e dice che secondo lei quello al piano di sopra è uno sfruttatore della prostituzione perché ormai quel via vai è inequivocabile.
Le tre amiche rimangono allibite delle loro confessioni e decidono che devono fare qualcosa.

Alla fine della strapiena lista della spesa aggiungono una voce, che a differenza delle altre, viene sottolineata : chiamare la polizia.

Chiamano la polizia e denunciano i loro sospetti. Nel frattempo i loro incontri del lunedì vanno avanti. La polizia, guidata dal suo ispettore capo, una donna di mezza età ancora piacente, organizzano appostamenti, indagini e sopralluoghi per beccare in flagrante i sospetti denunciati. Dopo due settimane tutto è pronto.

L’ispettore capo, per parlare con loro tre tutte insieme, ogni tanto partecipa alla lista del lunedì. E’ l’unico modo per vederle riunite e per avere le informazioni che servono. L’ispettore pensa già che stiano esagerando un po’ ma non può dal sottrarsi dall’ ascoltarle. E così si organizza l’operazione di controllo.

Ma nei giorni dell’operazione, dalla finestra incriminata si vede sempre e solo un uomo abbracciato ad una donna mentre guardano la televisione bevendo un bicchiere di vino, dall’appartamento di fianco si sente sempre e solo un uomo che legge delle favole ad una bambina, e quello che doveva essere uno sfruttatore della prostituzione esce, per più mattine, alle sette e trenta da casa, in giacca e cravatta, profumato, e quando gli capita aiuta una signora anziana ad attraversare la strada.

L’ispettore interrompe gli appostamenti, non dice niente alle tre donne, e non aggiunge altro. Visti i silenzi della polizia e l’interruzione delle indagini, le tre donne rimangono come muri di fronte ad un chiodo.

L’ispettore si ripresenta durante uno degli incontri del lunedì per la lista, e dice alle tre donne di stare molto attente per la prossima volta. Non si può allertare la polizia così per niente facendo perdere tempo ad un sacco di gente per delle cose inutili.

Insomma questa volta le perdona , sono tre brave persone un po’ spaventate, ma devono stare attente a non ripetere l’errore. Potrebbero essere guai seri, per loro.

Le tre amiche si sentono avvilite e preso in giro. Non sono veramente buone a nulla. Oltre ad avere una vita banalissima vengono anche scambiate per delle imbecilli dalla polizia. Che tristezza.

Ma nei giorni a seguire rivedono le stesse scene. A quel punto decidono che sarebbe inutile richiamare la polizia, sarebbe peggio per loro, e durante uno dei loro incontri del lunedì aggiungono alla lista della spesa la voce, sempre sottolineata a matita: comprare una pistola.

Hanno deciso di fare giustizia da sole. Vogliono uccidere quei “maledetti porci”.

Per la pistola non sanno proprio dove andare. Cercano in internet, non sanno a chi chiedere, e ad una viene in mente di andarla a comprare dagli zingari. Raggiungono un accampamento fuori città (momento comico del loro arrivo da sviluppare, importante).

Ma gli zingari, non volendo avere niente a che fare con quelle tre, gli dicono che possono vendergli solo coltelli. Ma loro di coltelli a casa ne hanno già fin troppi. Poi un giorno quella fidanzata si presenta con una pistola. Un amico del suo fidanzato è riuscito ad averla da un suo amico gioielliere con porto d’armi e collezionista di pistole. Insomma non si fanno troppe domande. La pistola è lì ma senza pallottole. Quel giorno alla lista del lunedì aggiungono la voce, sempre sottolineata :

comprare pallottole.

Avere la pistola era già stato un miracolo ma le pallottole dove avrebbero potuto comprarle?

Si ripresentano dagli zingari che già non le sopportano più, ma che impietositi, gli vendono la merce richiesta. (altro momento comico da sviluppare).

Le tre tornano a casa con le pallottole.

La pistola se la tiene la donna con il bambino e le pallottole se le dividono. Le pallottole in casa non sanno bene dove nasconderle e ogni tanto cascano dai posti più inaspettati. Per fortuna hanno avuto l’unica idea buona di dipingerle con i colori dello smalto delle unghie e così alla fine riescono sempre a giustificare l’imbarazzo della scoperta delle pallottole da parte dei due mariti e il bimbo, con delle scuse assurde: sono dei pezzi indù che mi servono per fare una collanina. Sono degli amuleti devo tener in borsa che mi portano bene. Devo metterle nelle bottiglie d’acqua perché la depurano.

Pallottole apposto. I due mariti cominciano a farsi delle domande e a sospettare qualcosa di strano, mentre la ragazza single è sempre la più eccitata per l’impresa.

A questo punto devono imparare ad usare la pistola e così si iscrivono ad un poligono di tiro dicendo ai mariti e al nuovo fidanzatino della single – un bel ragazzo che nel frattempo ha conosciuto e conquistato - di essersi iscritte in una palestra tutte insieme. Mariti e nuovi fidanzatini sono contenti.

Un giorno incrociano all’uscita del poligono di tiro l’ispettore capo della polizia, che ci va spesso, e che rimanendo molto sorpreso e le chiede che cosa ci fanno lì. Sono state anche loro al poligono di tiro? Quelle tre? Loro si giustificano dicendo che arrivano da una palestra lì vicino.

Le tre amiche decidono di non esercitarsi più al poligono ma in campagna, verso gli alberi, inosservate. Giustificano le loro assenze in casa più prolungate con il fatto che in palestra stanno facendo dei programmi più impegnativi. I mariti e il nuovo fidanzatino sono sempre più contenti. Riescono anche a procurarsi un silenziatore, sempre dagli zingari, con le solite ormai consuete contrattazioni. Tutto va avanti normalmente, e parallelamente: la lista del lunedì e gli allenamenti di tiro.

L’ispettore ha un padre che vive in campagna e che ogni tanto, due volte al mese, va a trovare. Un giorno, fumando una sigaretta in giardino dalla casa del padre, vede, in lontananza, tre donne che sparano verso un albero ma non sente nessun rumore. Prende la sua macchina fotografica, che porta sempre con se, e, zumando, riconosce le tre donne. Rimane di sasso. In più si ricorda di averle incrociate fuori dal poligono di tiro. Non ci crede, pensa quasi di non stare bene, ma il giorno dopo, nonostante tutto, ordina delle indagini verso le tre donne.

La lista della spesa va avanti e in più le tre amiche hanno imparato a sparare.

Alla lista aggiungono la voce, ovviamente sottolineata:

uccidere il primo.

Fanno delle prove di tiro verso la finestra della vittima che non gli vanno proprio bene. Sbagliano mira, sparano in alto, rompono cornicioni e finestre. Per fortuna hanno il silenziatore e nessuno le sente.

Nel frattempo la loro vita prosegue nella banalità quotidiana.

Poi si perfezionano nel tiro e arriva finalmente il giorno della giustizia. Diventeranno finalmente delle protagoniste di qualcosa. Intanto non sanno che durante le loro disastrose prove sono state osservate e filmate dalla polizia.

Cercano di compiere il primo omicidio sparando da una finestra all’uomo che picchiava la moglie, e che quella sera la sta picchiando più violentemente del solito.

L’uomo viene colpito a morte. A sparare è stata la donna più anziana, quella con il bimbo. Il tutto è filmato interamente dalla polizia. Sono stranamente eccitate e si sentono delle eroine. Alla lista del lunedì aggiungono la voce:

uccidere il secondo.

E intanto progettano anche l’omicidio del terzo. Si sentono finalmente realizzate.

Ma il giorno dopo, proprio durante uno dei loro incontri del lunedì, fa irruzione la polizia e vengono arrestate. I mariti, il bimbo e il nuovo fidanzatino li troviamo le sera stessa davanti a tre bottiglie di Gin. Un sorso viene dato anche al bimbo.

Le tre amiche sono in carcere spaventate e spaesate. Certo non avrebbero mai pensato di finire lì. Nei primi giorni di detenzione ricevono spesso la visita dell’ispettore capo che comincia stranamente ad avere per loro un pietoso senso di amicizia. Tra i vari compiti che le vengono affidati c’è anche quello di fare una lista di tutte le cose che servono alle carcerate. Compito che viene svolto dalle detenute a turno e che si fa di solito il lunedì. Così le tre amiche, sbigottite, si ritrovano anche in carcere a compilare la lista del lunedì, ma un po’ diversa. Quasi una beffa del destino.


Qualche anno dopo.

Lunedi. Vediamo tre donne in una cucina che compilano la solita lista della spesa ma quella più anziana non c’è ed è sostituita dall’ispettore capo che nel frattempo è diventata amica delle due e partecipa al gruppo di acquisto solidale biologico.

Finiscono in fretta la lista perché hanno un importante impegno ed escono velocemente da casa.

Le troviamo davanti alla porta di un carcere. Sta uscendo la loro amica che ha ucciso l’uomo. Loro sono state in carcere solo qualche settimana ma la loro amica, colpevole dell’omicidio, si è fatta qualche anno. Esce dal carcere, è un po’ invecchiata ma molto contenta. La sua pena è stata ridotta per la buona condotta e perché ha ucciso un uomo che aveva vari precedenti per aggressioni e omicidi e che quella sera ne avrebbe compiuto un altro . Le quattro donne si abbracciano calorosamente.

Ultima scena: vediamo la donna uscita dal carcere nella sua cucina mentre sta telefonando.

Ma come lunedì prossimo non puoi? Anche tu? Insomma mi sa che questo lunedì salta…provo sentire Anna.

Vediamo Anna che risponde, è l’ispettore capo della polizia. Anche tu non puoi questa settimana? Vabbè facciamo la settimana prossima allora…

La donna sconsolata apre il frigo dove trova una piccola e striminzita carota biologica. La prende, la mangia e chiude il frigo. Sulla porta del frigo appiccica un foglio bianco con la scritta: la lista del lunedi. La lista per la prima volta rimane vuota

Fine.